Lettera aperta ad Anna Montella da parte di una
lettrice di “A me ‘mi’ sta antipatico Ulisse”. 22 settembre 2012 (dal sito ilmiolibro.it)
Commento della scrittrice
Patrizia Bruggi
Cara Anna, ho finito
ieri sera la lettura del tuo libro.
Non è per nulla facile
avvicinarsi al mito. Anzi, non è da tutti.
Non tanto nel senso di scolastica memoria -
antologie sottolineate con biro multicolor, versi scanditi, interi canti
studiati a memoria, gli urlacci degli insegnanti, se tra i banchi si
sollevavano le sottili ghignate di noi studenti, solleticati da brani più o
meno allusivi -, quanto nel voler “rileggere” i miti in modo sottile, con occhi
arguti e fantasiosi.
Anna, tu l’hai saputo
fare. Guardando oltre. Riportando l’eroe Ulisse (e tutti i suoi compagni di
storie e bravate) alla dimensione umana che avrà sicuramente avuto, se è
esistito. Togliendo sapientemente quel lustro talvolta, forse, eccessivo che,
da sempre, l’ha accompagnato sulle pagine dei nostri libri e negli sceneggiati
a puntate della nostra gioventù.
«E che diamine!»,
sembri voler dire nel tuo libro, «Era umano anche lui! Non era certo uno stinco
di santo! E meno che mai quelli attorno a lui, in quei vent’anni di
peregrinazioni e crapula!» E’ così. E leggendo il tuo libro, mi sono resa conto
che hai avuto la capacità e il coraggio (che non è da tutti!) di “tradurre” il
personaggio, riportando lui, eroe e noi, lettori, con i piedi per terra e,
soprattutto, facendoci ridacchiare di gusto - anche di noi stessi, a ben
vedere, perché, ammettiamolo, chi di noi, in tutta la sua vita, non ha mai,
almeno per un secondo, invidiato quest’uomo avventuroso e le sue scorrerie? Va
detto, a onor del vero, che forse, per modelli arcaici, molte di noi (donne )
si sono identificate piuttosto con una Penelope affranta e con le dita
tagliuzzate dai fili della sua tela. Un bel riscatto, che proprio una donna sia
riuscita a riscrivere le avventure di Ulisse, l’eroe maschile per
antonomasia!!!! E il tuo, è un bel pezzo di teatro, a tutti gli effetti. Nel
mito, in certi episodi classici, Ulisse incarna il detto popolare:“Il mondo è
dei furbi”. Tu hai saputo farci comprendere che, sotto sotto, “Il mondo è di
chi lo sa guardare con spirito e intelligenza ed è ancora in grado di riderne!”
Grazie Anna! Spero che la tua opera abbia modo di essere rappresentata in tante
altre occasioni! Già solo leggendola ci s’immagina il palco, le quinte, le
figure che vi prendono parte…
Patrizia Bruggi
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