Nota dell’Autore
“Ulisse metafora del nuovo che avanza, che porta soluzioni per il progresso
dell’umanità. Ma alle sue spalle rimangono dolore, disperazione, solitudine: un
deserto.”
(Sulle tracce di Ulisse –
dalla conversazione con
Bruno Maria Ferraro e Ivana Ferri - di Giorgia Marino per Stt)
Questo libretto, chiaramente ironico e dissacrante fin dal
titolo, nasce proprio da questa riflessione (seria) e dal desiderio di prendere
bonariamente in giro il “macho” che si cela - ma mica poi tanto - sotto le
spoglie dell’eroe greco, oltre ad una sorta di rifiuto a considerare l’astuzia
come una qualità dell’essere umano.
Un esercizio di scrittura,
comunque divertente, che mira non già a stravolgere il Mito ma, mescolando “le
carte in tavola”, a sorridere con esso e
di esso forse anche per “vendicare” le generazioni di studenti impigliati nelle
reti della parafrasi di scolastica reminiscenza.
Vademecum per la lettura
A volte, procedendo
nella lettura, ci si potrà trovare in
presenza di espressioni dialettali o espressioni “colloquiali” che tengono in
scarso conto l’esatto utilizzo della lingua italiana.
Gli eventuali errori sono
voluti e finalizzati a leggere la sequenza degli eventi, così come la
leggerebbe Giobbe Covatta e/o il ragionier Ugo Fantozzi, in una ideale
alternanza al leggìo.
N.B. La pubblicazione si potrebbe prestare,
volendo, anche ad una lettura teatrale in cui Il CORO, a più voci, avrebbe tono
monocorde, mentre il narratore assumerebbe di volta in volta gli atteggiamenti
indicati nelle parentesi .
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